Partirà tra poco meno di un mese, e più precisamente il 29 agosto prossimo, l’edizione 2018 di Home Festival. La rassegna, alla sua nona edizione, vedrà alternarsi sul palco artisti del calibro di Alt-J, Prodigy, Incubus, Prozac+, Eric Prydz, Afrojack, Caparezza e Lo Stato Sociale. Per conoscere maggiori dettagli sul festival, abbiamo fatto una chiacchierata con Carlotta Zuccaro, da diversi anni referente per la comunicazione e la promozione artistica di Home Festival
Sei entrata in Home Festival a rassegna già avviata, dal 2014, come ufficio stampa. Con che aspettative sei entrata in questa rassegna e, alla quinta edizione, qual è il bilancio di questa tua esperienza?
Diciamo che più che aspettative mi erano stati dati degli obiettivi. Nello specifico mi occupo della comunicazione legata alla promozione artistica e musicale in generale. Devo dire che sono stata chiamata lì perché lavoravo già in realtà come Sziget e portare l’esperienza dell’estero in questa rassegna; a suo tempo stavano cercando una figura che avesse un background simile, e quindi eccomi qua. Devo dire che, per essere in Italia, siamo in gamba: non mi permetto di dire bravi, perché il lavoro da fare è molto complicato. Gli obiettivi che mi vennero dati penso di averli rispettati. Personalmente sono soddisfatta anche se non lo sono mai pienamente nelle cose che faccio, perché fatta una cosa penso sempre a quella che posso far dopo, ma questo rimane un mio errore personale. Se guardo alla mia amica Carlotta direi che è andata più che bene perché il suo team, che lavora tutto l’anno, sta sul pezzo.
L’anno scorso avete subito una difficoltà molto pesante, con l’annullamento della giornata che avrebbe visto esibirsi Justice e Liam Gallagher. Quanto ha pesato la cancellazione della giornata del venerdì lo scorso anno e quanto ha influenzato le scelte di quest’anno? Il 2018 è la stagione dell’assestamento dopo la maturità del 2017?
Sì, l’anno scorso è stato proprio l’anno della maturità perché la si dimostra non quando tutto va bene ma quando si è in difficoltà, e se siamo ancora qui per noi significa molto. Si può definire questo come un anno di assestamento, che arriva dopo la citata maturità, in procinto di arrivare al decennale con novità e sorprese importanti.
Il 2018 presenta molti nomi importanti, ma manca il nome di supergrido rispetto agli altri anni. Ci sono i Prodigy, ma furono già ad Home Festival due anni fa. Avete preferito una lineup più equilibrata per evitare scene come quelle dei Duran Duran lo scorso anno, con il pubblico solo per loro?
Da questo punto di vista abbiamo lavorato sempre così, ma può essere che i Duran Duran possano richiamare più fan degli altri gruppi. Quest’anno lo scopo è stato costruire una lineup che voglia spingere i fan a restare nel campeggio e vivere la rassegna h24. Non me la sento di dare giudizi sul passato e sul presente, stiamo pur sempre parlando di arte che per sua natura è soggettiva.
I cinque giorni seguono una formula ormai rodata, con la giornata ad ingresso gratuito, quella dedicata all’elettronica e la chiusura focalizzata sulle famiglie. Resterà sempre così?
Al momento questa cosa particolare non l’abbiamo messa in discussione perché è stata una cosa vincente, magari spostiamo l’ordine delle giornate pur tenendo la domenica dedicata alle famiglie, cosa che sarebbe stupido chiamare. Per come la vedo, il risultato non cambia se cambi l’ordine degli addendi. Poi, chissà..
Prodigy, Incubus e Prozac+ tutti nella stessa giornata. Vi attendete il sold out in prevendita?
Mah, potrebbe essere anche perché sono tre date in esclusiva italiana e, nella fattispecie, quello dei Prozac+ è un addio: nessun disco nuovo, nessun tour, se li si vuole vedere si può solo andare solo all’Home Festival.
Ci sono numerose chicche come ad esempio Nic Cester e Roni Size..
Sempre, perché questa si è rivelata una formula vincente, anche perché prima di diventare big tutti erano qualcosa altro. Anche perché progetti come Nic Cester e la Milano Elettrica si stanno rivelando come delle realtà molto interessanti. Inoltre più nicchie fanno una folla, mentre una folla spesso più scemare e dissolversi, abbandonando la nave. Secondo me, in un contesto come un festival che tocca più generi, accontenta tutti e vuol far scoprire cose è inevitabile subire critiche, anche per la lineup troppo eterogenea, ma è stata una cosa che abbiamo sempre voluto e che il fan, da fan, spesso non comprende.
Ci sono novità nel camping 2018?
Un sacco di novità! L’Home Garden avrà la solita area camping in autogestione, ma anche delle aree con le tende già montate e il glamping, che c’era già lo scorso anno ed è la versione glamour di un camping, format già presente a Glastonbury. Ci saranno tre tipi di tende, con alcune che sono vere e proprie suite d’albergo con servizio in camera e cambio biancheria, per avere un’esperienza premium. Siamo orgogliosi della cosa. Oltre a questa ci saranno delle ristorazioni, tra cui uno vegano, un salone di bellezza dove le ragazze potranno prepararsi per il festival gratuitamente e una sorta di saloon sotto un tendone aperto anche la notte, una sorta di hall d’albergo. I parcheggi sono in fase di definizione e saranno ufficializzati nella consueta conferenza stampa sulla viabilità di fine agosto. Nell’area infine non ci saranno veri e propri cambiamenti, anche perché già l’anno scorso c’è stato un ampliamento.
Un festival che fa molte cose anche in centro città. Resterà aperto anche per il festival?
Allora, quando venne aperto si sarebbe dovuto chiudere il giorno prima del festival ma, ad oggi, stanno rivedendo la cosa. Ma essendoci di mezzo diversi interlocutori è ancora presto per dire qualcosa.
E l’accordo con Trenitalia?
La collaborazione è nata perché ci siamo resi conto della necessità, perché negli ultimi due anni la cosa è emersa in dei sondaggi di customer satisfaction che ha fatto emergere questo desiderio. Il tutto è nato con un accordo a tre tra Home Festival, Jack Daniel’s e Trenitalia, con l’ultima che si sta sensibilizzando sulla cosa; gli orari saranno definiti e pubblicati nei vari portali. Personalmente sono soddisfatta di questo e, se fossi una ragazza sotto i vent’anni, sarei veramente felice di ciò.
Che programmi per il decennale?
Lo stiamo organizzando come un festeggiamento. Al momento non c’è nulla, ma siamo un continuo brainstorming sul prossimo anno, su stessa richiesta di Amedeo. Certo è che siamo molto concentrati sull’edizione attuale, per ovvi motivi.
Tre band che vorresti ad Home Festival in futuro e che non si sono mai esibite. Le mie sono queste: Beck, M.I.A. e Rudimental.
Possono volare in grande? Ti direi Foo Fighters, perché vorrei conoscere alcune loro dinamiche lavorative, i Radiohead perché sono il mio gruppo preferito e sarei stupida a non citare loro, anche se non vorrei conoscere Thom Yorke perché gli idoli devono rimanere tali. Sul terzo avrei qualche dubbio, ma scelgo un artista italiano, Ennio Morricone. Non so perché, ma provare un’esperienza di questo tipo sarebbe una sfida interessante, anche se ammetto che lo staff che segue il palco, leggendo questa idea, mi verrebbe a cercare per sopprimermi. Posso darvi un appuntamento? Venite ad Home Festival, vi conterò uno ad uno.