Sfera Ebbasta è un artista che spiazza, e se si trova dove è arrivato nell’arco di poco tempo alcune domande bisogna iniziarsele a fare. Prima di tutto sulle dinamiche del mercato musicale nell’epoca dei social media e dello streaming musicale, e di come uno possa salire sulla cresta dell’onda in poco tempo, raggiungendo un pubblico di giovanissimi grazie a veicoli come YouTube e Spotify (preferibilmente craccato).
Il secondo, e dispiace farlo notare, è il pacchetto di valori che Sfera Ebbasta veicola con i suoi pezzi, con poca critica sociale e tanto ostentare qualità effimere, il tutto senza quegli strati di ironia che potrebbero trasformare la sua opera come una sorta di epocale denuncia sociale. Sia chiaro, di “Thug life” ne è piena la storia, soprattutto dell’hip hop, e sono il primo a ricordare che Ice Cube in “Fuck da police” si vantava di essere un teenager con un po’ di soldi e un pager (per i giovanissimi, uno smartphone ante litteram), ma subito dopo venivano mosse critiche ad una polizia dalla pistola facile perché c’era il credo che gli afroamericani fossero tutti dei pusher. Quello che emerge dal background lirico dell’artista milanese è invece l’osannare la ricchezza e i gadget costosi, e il testo di “Ricchi x sempre” ne è un esempio eclatante, ecosistema nel quale i suoi stessi fan si riconoscono, venerandolo come il nuovo Messia.
E da qui scarutisce una nuova e ultima riflessione, quella che ti fa capire che a 34 anni forse sei troppo vecchio per queste str.. no scusate, per capire le dinamiche del mondo giovanile nel 2018: quale messaggio vogliono sentire i giovanissimi di oggi? Sono gente senza valori, se non il lusso sfrenato e l’apparire, o in realtà la loro è una semplice reazione al famoso “no future” cantato dai Sex Pistols non più tardi di quarant’anni fa? “I giovani di oggi non valgono un cazzo” o, invece, cercano semplicemente una via di fuga dal fatto che sono la prima generazione che è nata e vissuta con la consapevolezza di essere condannata ad una vita precaria dal punto di vista economico e, quindi, nomina come il proprio eroe uno di quelli che “ce l’ha fatta”?
Per il resto il concerto di Sfera Ebbasta si è mosso su binari di assoluta confort zone per i suoi fan, con una produzione minimale (un solo ledwall di supporto) ma efficace per portare la sua musica in una realtà raccolta come l’Arena Alpe Adria, musica che è in realtà il suo percorso di vita dall’anonimato della periferia al suo essere sulla bocca di tutti. Le hit estratte dal successo discografico “Rockstar” ci sono tutte, insieme anche ad alcuni brani incisi con altri colleghi (come ad esempio “Scooteroni” o “Lamborghini”), e l’artista ha dimostrato di aver costruito un ottimo percorso professionale, facendo dimenticare alcune performance dubbiose del passato (mi viene in mente quella di Home Festival dello scorso anno) e diventando quindi un performer a tutto tondo e non solo un semplice professionista da studio.
In apertura il djset di E-Lisa, producer friulana che, oltre al circuito clubbing, negli anni ha aperto i concerti di artisti come Subsonica e Giuliano Palma.