Home Festival 2018, il report del Day 3

Chi avrebbe mai detto che un musicista indipendente italiano sarebbe stato in grado di competere con DJ di fama internazionale? Il successo di Cosmo nel Sun68 Stage del sabato di Home Festival 2018 non è stato una sorpresa assoluta, visto che il suo concerto nei club è stato indicato da molti come uno dei migliori che si potesse vedere live in questa prima metà dell’anno. Ma la clamorosa risposta di pubblico, e l’altrettanto alta qualità dello show dell’artista piemontese, è stata ben oltre ogni aspettativa.

Reduce dalla pubblicazione di “Cosmotronic”, Cosmo è ormai diventato un nome di spicco del panorama indipendente nazionale ma ha dalla sua alcune cartucce che gli potrebbero far fare il salto di qualità anche ad un pubblico ben più ampio: un passaparola sempre più crescente nei suoi confronti, i singoli giusti magari passati anche per radio (“Sei la mia città”) e una visione larga della sua proposta che fa spaziare la sua proposta dal cantautorato ad atmosfere che non potrebbero sfigurare ad un Tomorrowland. Il suo concerto coinvolge il pubblico su ogni fronte, facendogli cantare cori di canzoni come “Le voci” e “Tutto bene”, ma anche facendoli ballare sui beat elettronici di tracce come “Ivrea Bangkok” o esplodere nella gioia de “L’ultima festa”.

Non solo da Cosmo arriva una sorta di riscatto da parte della musica italiana, partendo da quel Nitro che si è esibito in contemporanea creando di fatto l’unico festival clash pesante e dalla scelta sofferta di tutta la rassegna. Carl Brave x Franco 126 dimostrano di funzionare anche al di fuori del Grande Raccordo Anulare: le storie legate alla romanità più verace raccontate in “Polaroid” infiammano anche il pubblico della “fredda” Treviso, che riempie per bene il Sun68 Stage per cantare canzoni come “Cheregazzina”, “Avocado” o “Pellaria”, aiutati sul palco da una band composta anche da un combo di fiati e da dei visual che trasmettono filmati e anche fotografie nel formato del loro disco più noto.

Con Ackeejuice Rockers, Timo Maas e Afrojack, con il teutonico entrato in lineup per sostituire all’ultimo secondo secondo lo svedese Eric Prydz saltato per ragioni di salute, che hanno avuto il compito di nomi di spicco della musica elettronica della giornata del sabato, destano curiosità le performance di Elettra Lamborghini e Myss Keta, per ragioni diverse tra loro. La prima si esibisce per un tempo di poco superiore ai 3 minuti, ammettendo candidamente che il suo repertorio al di fuori del singolo “Pem pem” non vanta musicalmente molte altre cose. Di altro spessore lo show della misteriosa rapper milanese, lanciata non più tardi di un lustro fa dal singolo “Milano sushi e coca”, che anche a Treviso ha trovato spazio in scaletta: la sua proposta infatti è tanto “scandalosa” quanto così sopra le righe per poter essere considerata veritiera, ma il suo volersi ispirare a Lady Gaga (non nascondiamoci, il look la ricorda tantissimo) va bene nell’attitudine ma non nel vero e proprio talento musicale.

Chi ha avuto occasione di mettere in mostra le sue carte è Frah Quintale, che sarà il prossimo anno molto probabilmente quello che è stato Coez nel 2018. Qualcosa da affinare c’è ancora, e vocalmente soprattutto nelle parti cantate non è ancora perfetto, ma niente che non si possa migliorare in pochi mesi di studio. Anche perché il rapper ha già in canna numerosi pezzi, grazie ad un debutto solista solido come “Regardez moi” e un singolo “Missili” scritto con Giorgio Poi e tra le hit dell’estate italiana. Un set che lo ha visto esibirsi con l’accompagnamento di un solo DJ, ma con il calore di un pubblico destinato a crescere nelle prossime settimane.

Il sabato è stato infine anche la giornata della trap e dell’hip hop amato dai teenager, capace di radunare grandi masse letteralmente adoranti ma anche di mostrare una pochezza artistica preoccupante. E se puntare il dito contro Rkomi e Revil K è come sparare al famoso pianista, grande delusione dal fronte della Dark Polo Gang, uno dei nomi più attesi della giornata. A parziale giustificazione dei capitolini il fatto che la loro proposta in una dimensione così ampia perda l’impatto che invece può avere in un club; ma no bastano dei singoli capaci di catturare l’attenzione dei fan come “British”, “Magazine” o “Sportswear” per mascherare quella che è la pochezza artistica di un collettivo che resta in piedi solo grazie alle produzioni di Sick Luke.

Home Festival si chiuderà oggi con le esibizioni di Caparezza, Lo Stato Sociale, Francesca Michielin e tanti altri.

Photo Credit Home Photo Team (Davide Carrer, Natascia Torres, Carlotta Bianco, Paolo Tonus)