Tempo di best of per Immanuel Casto, che con il titolo “L’Età Del Consenso” celebra il quattordicesimo anno di carriera con una raccolta che già dal titolo mette in chiaro il suo stile dissacrante e diretto. Una nuova uscita che è in realtà un riassunto di quasi tre lustri di carriera, con due inediti a giustificare l’ascolto ai fan di vecchia data.
“Piromane” è una critica accesa all’ignoranza e alle idee populiste diffuse nel nostro Paese, urlata con in sottofondo una musica dal ritmo incalzante; “Goodbye Milano” punta invece l’indice su una certa mentalità arrivista e focalizzata sull’apparenza il cui capoluogo lombardo ne è per molti l’habitat naturale, in un pezzo a cavallo tra synth pop con alcune venature funk.
Il resto della tracklist racchiude in poco più di un’ora il meglio del suo repertorio. E se “Escort 25” e “Zero Carboidrati” a distanza di anni rimangono ancora dei brani perfettamente costruiti in bilico tra melodie accattivanti e frasi che entrano in testa al primo ascolto, non sono da meno brani più impegnati che affrontano i serial killer diventati personaggi televisivi (“Killer Star”), l’omosessaulità (“Da Grande Sarai Frocio”) o i problemi della vecchiaia (“Sognando Cracovia”). Il tutto in uno stile nel quale domina l’elettronica ma che non disdegna incursioni nel rock o nelle atmosfere più acustiche.
Lo stile che ha reso Immanuel Casto un artista di culto, o come da molti definito “Il principe del Porn Groove”, emerge tutto in questo best of di un artista che con la sua proposta ha affrontato a colpi di potenziali hit temi scomodi, ma con uno stile che lo ha reso uno dei cantanti più rispettabili usciti dall’Italia in questo millennio.