Dopo una gavetta fatta di tanti concerti e tre dischi, con “Fuori dall’hype” i Pinguini Tattici Nucleari sono ormai diventati un nome importante del panorama musicale nazionale. Certo, il loro successo arriva inevitabilmente anche grazie a quell’onda che ha portato nell’ultimo anno Calcutta nei palasport e gli Ex-Otago a Sanremo, per citare due nomi, ma questo risultato può solo far bene alla musica italiana.
Sì, perché il gruppo di Bergamo anche a Lignano Sabbiadoro (data inserita all’interno di un esteso tour partito in primavera nei club e proseguito quest’estate tra festival ed open air) ha dimostrato di essere una band che merita di essere arrivata dove è ora. Una serata che ha sancito anche il successo di pubblico, accorso già ore prima dell’apertura dei cancelli anche grazie alla presenza in apertura dei Rumatera, band punk rock veneta che ormai sta iniziando a farsi conoscere anche al di fuori dei confini locali.
I Pinguini Tattici Nucleari sono una band che sa suonare e dalle liriche per niente scontate, frutto della penna di quel Riccardo Zanotti che funge da direttore d’orchestra del gruppo, al punto di spingersi ad imbracciare il basso su “La strategia della tenzone”, pezzo che ha visto alla voce il tastierista Elio Biffi. Ma ridurre al solo frontman il successo dell’intero collettivo è quantomeno fuorviante, poiché i Pinguini Tattici Nucleari sono un vero e proprio collettivo in cui ogni ingranaggio gira alla perfezione. Un concerto nel quale viene consegnato al pubblico un impatto sonoro perfetto e variegato, che richiama in alcuni momenti anche delle sfumature funk, come in “Sashimi”, e in ogni caso una maturità compositiva e lirica che li mette un gradino sopra rispetto alla media del genere.
Con una scaletta incentrata praticamente sull’ultima fatica, non vengono accolti con freddezza brani del passato come “Tetris” ed “Irene” che idealmente aprono e chiudono la serata, canzoni che vengono introdotte con ironici momenti culturali (“Le gentil”), e nel quale non manca l’impegno politico, esplicitato in una critica all’attuale governo e nello specifico a Matteo Salvini.
Il 2019 può essere l’anno che ci consegna quel nome che potrebbe ereditare l’ingombrante scettro degli Elio E Le Storie Tese, e non solo perché i Pinguini Tattici Nucleari hanno un membro con quel nome nella band. No, perché siamo di fronte ad una band che fa della padronanza strumentale, dell’ironia e del citazionismo fatto con stile una bandiera. Che porterà, speriamo, a far diventare famosi coloro che hanno imparato alla grande la lezione dai loro maestri.