Set It Off – Duality

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L’unico modo per dare una rinfrescata alla scena pop punk, scaduta nel più becero celebrazionismo (e autocitazionismo, in vari casi) e, nella peggiore delle ipotesi, esaltazione di cloni di Hayley Williams negli ultimi anni, era rendere più originale la proposta inserendo sonorità finora raramente proposte. Dopo il debutto sulla lunga distanza, con quel “Cinematics” uscito nel 2012, i floridiani Set It Off mettono a punto la loro visione del genere con “Duality”.

La matrice teatrale dei Set It Off in questo secondo capitolo raggiunge la sua maturità definitiva: paragonarli ad altri gruppi, a questo punto, significa non aver compreso minimamente il percorso intrapreso da Cody Carson e soci. I Nostri infatti non rinnegano le origini: il loro sound resta ancora riconoscibile, ma viene preso e shakerato con altri generi.

E’ presente un lavoro accurato e ricercato a livello di testi e composizioni, ma ben più importanti sono le ispirazioni provenienti dai diversi decenni. Dagli anni Ottanta emerge l’ammirazione per le band Arena Rock e gli anthem, i cui esempi più calzanti sono le due tracce consecutive “Why Worry” e “Ancient History”, con la seconda che richiama anche ad alcune formule tipiche delle college band degli anni Novanta. Dagli anni Novanta, inoltre, arriva l’omaggio per le boy band, genere bistrattato ai tempi ma che, con gli anni, è stato rivalutato per l’ottimo lavoro a livello di produzione; i ragazzi di Tampa se ne sono accorti, e il risultato è una title track che può essere affiancata ad uno dei migliori pezzi degli ‘Nsync. Come prendere gli insegnamenti del pop e farli propri, non limitandosi ai gomitini di inutili compilation come le “Punk goes pop”.

“Duality” è un lavoro che merita di essere ascoltato dall’inizio alla fine: un pop punk maturo e ben prodotto, nel quale trovano spazio influenze del passato e prestigiose collaborazioni (William Beckett degli The Academy Is e Jason Lancaster, ex Mayday Parade). Tra le giovani leve, grazie anche ad un panorama che non vanta grandi nomi, come qualità i Set It Off si piazzano almeno tre o quattro passi avanti. Se non si bruciano, ne vedremo delle belle.

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