Home Festival 2016, intervista ad Amedeo Lombardi: “Il 2016 è l’anno della maturità”

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Mancano dieci giorni a Home Festival 2016, la rassegna iniziata nel 2010 e ormai arrivata al traguardo della settima edizione. Dopo aver ospitato negli anni nomi del calibro di Elio E Le Storie Tese, Subsonica, Afterhours, Francesco De Gregori, The Bloody Beetroots, Franz Ferdinand And Sparks, Interpol, Paul Kalbrenner e tanti altri, per il 2016 lo staff decide di giocare le carte di alcuni dei più importanti nomi del circuito internazionale. Troveremo infatti in lineup artisti come Editors, The Prodigy, Martin Garrix, 2 Cellos, Eagles Of Death Metal che si alterneranno sul palco con artisti nazionali come Fabri Fibra, Salmo, Vinicio Capossela, Max Gazzè, I Cani e tanti altri. Inoltre, per la prima volta, ci sarà un Day Zero con le reunion di Catarrhal Noise e Derozer.

In occasione dell’imminente inizio del festival, siamo entrati in contatto con Amedeo Lombardi, CEO e tra i fondatori di Home Festival. Chi si aspetta una fredda presentazione degli artisti resterà deluso: in questa chiacchierata, infatti, trovano spazio tutte le attività collaterali del festival e, soprattutto, chiare idee su come sarà Home Festival in futuro.

Home Festival 2016 si terrà tra poco.. cosa dobbiamo aspettarci?
Quest’anno è l’edizione della maturità, è finalmente la base sulla quale appoggeremo le prossime edizioni: abbiamo un cast internazionale, servizi a 360°, dal camping alle attività collaterali che inizieranno dalla mattina fino alla tarda notte, collaborazioni con le più importanti agenzie di turismo europee. Il 2016 è il nuovo punto zero, il festival inteso come happening che guarda ai grandi eventi internazionali.

Due delle novità del 2016 sono l’Home Garden, il camping dell’Home Festival, e la nascita di un Day Zero. Come è nata l’idea di questo evento? E il camping sarà una struttura permanente?
No, per ora il camping sarà solamente temporaneo e, come tutte le cose al debutto, vanno utilizzate e cercar di capire tutti quei difetti che dovranno essere messi a posto per l’anno successivo. La cosa importante per quest’anno era farlo. Se un domani dovesse diventare una struttura permanente sarebbe positivo anche perché, secondo me, ci sono tutti i numeri per mettere in piedi una struttura ricettiva di questo tipo a Treviso, vicina a Venezia e ad altre località turistiche.
Il Day Zero è nato per due ragioni: la prima era quella di omaggiare la città nella quale siamo nati e abbiamo costruito la nostra Casa, un tributo a tutti i cittadini di Treviso e della regione Veneto. Inoltre l’obiettivo è fare una vera e propria festa di inizio, dedicata anche a coloro che arriveranno a Treviso per l’Home Festival il giorno prima. E’ anche un ritorno alle origini, visto che un format come questo, con molte band del territorio, ha caratterizzato le giornate inaugurali delle prime edizioni. Tra l’altro per il 2016 abbiamo deciso di ospitare nomi importanti come le reunion dei Catarrhal Noise e dei Derozer, che entrambi chiuderanno qui il loro tour.

I gruppi principali sono una bomba: si spazia dagli Editors ai 2 Cellos, passando per Alborosie, Martin Garrix e Prodigy. E ne ho citati solamente cinque. Cosa vi ha spinto a scegliere questi artisti?
Un po’ il fatto di essere dei prodotti musicali ben distinti, appartenenti a generi completamente diversi; abbiamo sempre avuto come obiettivo quello di fare un festival a 360° che accontenti un po’ tutti, che provi a far conoscere al pubblico anche altri artisti diversi dai loro gusti. Un ruolo importante è, ovviamente, anche quello della disponibilità dei musicisti. Come già detto, il nostro obiettivo è quello di far contenti tutti, basta vedere anche i cinque gruppi che hai citato per vedere che Home Festival abbraccia molti generi musicali e i più disparati. E’ la nostra volontà di essere la Casa di tutti.

Prendila come una provocazione.. rispetto agli altri anni vi sono due giorni incentrati sulla musica elettronica, quando nel recente passato la giornata dedicata a questo genere era il sabato. Questa scelta è stata spinta dalla consapevolezza che questo genere è il più cool del momento, oppure vi ha spinto a questa scelta la già citata disponibilità degli artisti?
Beh, tutto è stato spinto dalla disponibilità degli artisti ma personalmente, tolto Garrix.. come li vedi i Prodigy?

Come il più grande gruppo punk degli ultimi vent’anni?

Ecco, mi hai tolto le parole di bocca! Se iniziamo a parlare dei Prodigy come una band di musica elettronica, tanto vale parlare di altro. Nel senso che, anche se sono più pompati e con la cassa dritta, parliamo pur sempre di un gruppo punk. Dire che strizziamo l’occhio alla musica elettronica non è sbagliato, anzi, è quello che sta accadendo. Ma più semplicemente perché tutto il mondo sta andando verso quella direzione. Una volta Guetta era un DJ, ora è una rockstar. Ora per alcuni, soprattutto per i più giovani, l’arrivo di Garrix è un po’ come se per noi arrivasse sul palco David Bowie. Una critica simile, che ci è arrivata da altri, è quella di non chiamare artisti hip hop, ma potrai capire che nel 2016 un comportamento di questo tipo sarebbe impossibile. Un discorso simile a quello dei Prodigy lo si può fare con Salmo, che si presenta sul palco con una grandissima band hardcore, e lui stesso è figlio di questa scena. Inoltre, sempre parlando del venerdì, abbiamo fatto in modo di chiamare gruppi affini ai Prodigy, e non è un caso che la scelta sia caduta sui Modestep e sui Pendulum. Questi artisti sono la conferma che al giorno d’oggi nell’elettronica c’è una commistione tra generi, queste situazioni borderline ed alternative che ormai sono la normalità, contaminazioni sulle quali si basa il nostro concept di festival.

Cucina.. il food verrà migliorato rispetto agli altri anni? Ho sempre trovato il catering il difetto di questo festival..
Il problema è che non tutti sono portati a fare determinate cose: conosciamo moltissimi furgoni che fanno i “panini unti”, ma appena inizi a proporre loro un qualcosa di particolare senti che tendono a tirarsi indietro. Se ti trovi a dover gestire una folla di persone come quella che ci aspettiamo, puoi provare a proporre prodotti ricercati ma stai sicuro che non riusciresti comunque ad accontentare tutti. Oltre al festival devono crescere anche i servizi. Con gli anni abbiamo deciso di salire con l’offerta, facendola più variegata e venendo incontro alle necessità di molti. Dietro ad una manifestazione di questo tipo c’è un mondo da costruire.. cercheremo di arrivare anche a quello!

Avete in programma attività collaterali a Treviso per intrattenere coloro che verranno al festival, anche dall’estero?
Assolutamente! A Venezia non noi direttamente, ma un’agenzia viaggi che ci offre supporto. A Treviso invece quest’anno abbiamo deciso di creare un vero e proprio infopoint in centro città dove, da mattina a tardo pomeriggio, ci saranno attività di ogni tipo: mostre, aperitivi, meet and greet, incontri e showcase. Vogliamo dare come punto di riferimento il centro città di Treviso, con mappe che indicano gli orari per andare a Venezia in treno, i posti dove andare a mangiare in centro storico a Treviso. Inizia ad essere un problema, in senso positivo, dover gestire questi afflussi di gente dall’estero che si chiedono dove possono andare. Noi cerchiamo di dare il nostro meglio, ma ci aspettiamo un supporto dal Comune e da coloro che fanno questo di mestiere. Un esempio sono le strutture ricettive, che potrebbero offrire stanze a condizioni agevolate per coloro che partecipano al festival. Per parlarti di cosa andiamo in testa ti cito quanto mi ha detto il CEO di Sziget: chiacchierando tempo fa mi ha detto che, nei 22 anni di storia del festival, la rivoluzione più importante ottenuta è stata quella di far parlare, per il 70% degli giovani di una città “chiusa”, l’inglese. La loro soddisfazione è stata quella di cambiare una città: quando si trovano davanti una moltitudine di persone dall’estero, sanno che devono “attrezzarsi” per venire incontro alle loro necessità. Ecco, anche noi con Home Festival vogliamo far questo a Treviso: Home Festival è un sistema che vuole influenzare l’ospitalità, le strutture ricettive e gli stessi cittadini.

L’impressione è che Home Festival resterà a Treviso per lungo tempo..
Home Festival resterà e crescerà, vogliamo che Treviso cresca insieme a Home Festival. Se dovessimo lasciare Treviso sarebbe come mollare il paese natale, sarebbe una sconfitta per noi in primis e per la città intera: credo che se il festival non fosse nato e cresciuto a Treviso, molto probabilmente non sarebbe diventato così, non avrebbe avuto lo stesso successo. Ho sempre visto Treviso come una città affascinata dall’arte e dalla bellezza. Se consideri che gli imprenditori di Treviso hanno guardato all’estero, Zoppas e Benetton in primis; se consideri gli sportivi di caratura mondiale che sono passati in città negli anni, tra basket e pallavolo; se consideri le grandi mostre ospitate qui anche di recente.. qui c’è sempre stata un’educazione sulla bellezza. Inoltre la città parte con un gran vantaggio: è bella già di per sé. Il seme di Home Festival è quindi caduto nel posto giusto, una città che da sempre guarda all’estero più di altre località. Abbiamo avuto difficoltà? Sì. Ne avremo? Sì. Ma tutto ciò è normale perché qui è in atto una rivoluzione: riuscire a mettere insieme una lineup di questo calibro ad un prezzo così basso è un traguardo del quale andiamo fieri.

L’ultima domanda è divisa in due parti.. quando siete partiti, nel 2010, ti aspettavi che Home Festival sarebbe arrivato a questi livelli? E, ad oggi, come vedi Home Festival tra cinque anni?
Quando è iniziato tutto il sogno era quello di farlo arrivare dov’è ora. Poi per strada, ringraziando il Signore o chi per esso, sono arrivate molte persone che hanno sposato il progetto e ci aiutano a realizzare il tutto. Mi sarei mai immaginato un festival così? Lo sognavo e lo desideravo. Forse avremmo potuto passare al biglietto a pagamento qualche edizione prima, avremmo guadagnato qualche anno che invece abbiamo speso in lineup più o meno uguali, per quanto ricercate. Tra cinque anni lo vogliamo far diventare un punto di riferimento per le persone che hanno gioia di vivere e vogliono fare un viaggio e, come tutti quanti i viaggi, vivi un’esperienza che ti forma. Tra vent’anni voglio guardare indietro a questi anni e dire che tutti siamo stati protagonisti di queste cose, persone che parlano di queste cose e non solo di problemi.

E i tre nomi che vorresti vedere i prossimi anni?
I tre gruppi che vorrei vedere prometto che li porto. Non li dico per scaramanzia, ma ci stiamo lavorando. Una cosa positiva è che i gruppi che suoneranno qui li ascoltiamo tutti, non abbiamo mai preso band delle quali non abbiamo mai ascoltato nulla. Se non saranno tutti e tre, almeno uno lo porteremo!

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