Unsane, il report del concerto di Treviso del 26 ottobre 2017

Gli Unsane non sono la New York blueseggiante che ci ha presentato Lenny Kravitz nel singolo “New York City” tratto dal suo ultimo disco. Ma neanche quella luci e ombre degli LCD Soundsystem. No, sono l’estremizzazione di quella dipinta da Walter Hill ne “I Guerrieri Della Notte”. Con l’unica differenza che nella sfida finale Luther, magistralmente interpretato da David Patrick Kelly, non si limita a provocare la gang rivale a bordo di un auto ma spara direttamente un colpo in testa a tutti e nove i Warriors.

Quanto si è visto al Benicio Live Gigs, piccolo ma clamoroso club situato sul Montello trevigiano che nelle scorse settimane ha ospitato nomi come Joey Cape dei Lagwagon e Voivod, è stato una roba veramente grossa e, pur essendo di fronte ad una band che nel nostro Paese ha in programma ben sette date, l’affluenza è stata più che soddisfacente; in apertura il concerto dei Bleeding Eyes, band locale che mescolano sonorità sludge a un cantato che naviga tra il teatrale e l’hardcore, che convince anche grazie a dei suoni di alta qualità.

Il trio capitanato da Chris Spencer ha dimostrato di essere ancora un’icona assoluta del noise rock, e qualche segno del tempo sul corpo non ha spostato di un millimetro la rabbia e la potenza della loro proposta. Una band che, vista anche la intima location, si è dimostrata molto alla mano, decidendo di non segregarsi nel backstage prima del concerto ma di condividere momenti con il pubblico, firmare autografi, giocare a carte nella zona merchandise e assistere al concerto dei già citati Bleeding Eyes.

Quando salgono sul palco i tre, però, non ce n’è per nessuno. Un concerto tiratissimo e, per la prima metà, suonato praticamente senza pause; un vero e proprio impatto sonoro che non si sente tutti i giorni in giro e con una sezione ritmica composta da Dave Curran e Vincent Signorelli che completa alla perfezione il cantato incazzato e la chitarra nevrotica di Chris Spencer. Un combo che gode di stima più tra gli addetti ai lavori che tra i fan (siamo sinceri, meriterebbero un seguito ben più ampio), al punto di aver collaborato negli anni con icone del calibro di Matador, Relapse, Ipecac e, ultima ma non meno importante, la Southern Lord.

La scaletta proposta è incentrata su due pilastri: l’ultima fatica “Sterilize”, uscita a settembre, e il leggendario “Scattered, Smothered & Covered”, considerato da molti come uno dei pilastri del noise rock d’Oltreoceano. E quando partono pezzi del calibro di “Scrape”, “Empty Cartridge” e “Get Off My Back”, con l’ultima che ha chiuso il concerto, è stato difficile non emozionarsi e muovere la testa a ritmo per qualche minuto. Pur non convincendo su disco, gli episodi tratti da “Sterilize” guadagnano diversi punti in sede live, come ad esempio per la canzone “The Grind”.

Due sono le certezze emerse nella serata. La prima è che il muro di suono degli Unsane è una cosa che almeno una volta nella vita va ascoltato, almeno da chi si professa amante delle sonorità rock più dure e ruvide. La seconda è che, pur non discutendo il valore degli altri due membri, Vincent Signorelli è un signor batterista: siamo sinceri, percussionisti come lui in giro, in ambito rock duro, ce ne sono ben pochi.