Non nascondiamoci, per buona parte il Festivalbar è e resterà nella memoria di molti come il più importante contenitore di musica usa e getta e rumenta a uso e consumo della programmazione estiva delle radio commerciali. Non è un caso infatti che, appena le nuove tecnologie sono arrivate e hanno sconvolto le nostre vite, format come questo e TRL furono i primi a essere saltati.
Due cose sono però innegabili. La prima è che il Festivalbar ha avuto un impatto clamoroso sull’ascoltatore medio della musica italiana, dettando di fatto le tendenze di un’intera stagione. La seconda è che non tutti i brani sono stati spazzatura. E, proprio per questo, il CSMA (Centro Studi Music Attitude) ha scovato per voi quindici tracce, più una bonus track, che vanno salvate dal marasma. Una selezione fatta con sole due regole: il brano deve essere presente in una delle compilation ufficiali del Festivalbar e deve essere stato pubblicato tra il 1990 e il 1999.
Faith No More – Epic (1990)
Sì, i Faith No More sono stati in una compilation del Festivalbar. Sì, non ci crediamo ancora oggi.
Francesco Baccini e Ladri di Biciclette – Sotto Questo Sole (1990)
Primo singolo vincitore del Festivalbar di questo decennio. Vista la rumenta che ha trionfato negli anni successivi, questo brano ha un che di straordinario.
Vanilla Ice – Play That Funky Music (1991)
Può sembrare strano ai più, ma prima dell’avvento di Eminem l’hip hop bianco erano i Beastie Boys e Vanilla Ice, con l’ultimo che per anni ha detenuto il record di album più venduto nel genere con “To The Extreme”. Go Vanilla Go Vanilla Go.
Ligabue – Libera Nos A Malo (1992)
Fun Fact: per i primi anni di carriera, Ligabue godeva della stima anche dei rocker più duri e puri. Poi è arrivato il successo tra le masse pochi anni fa e molti fan della prima ora si sono dileguati, ma è innegabile che nella prima fase di carriera ha sfoderato robe grosse come questa.
Snap – Rhythm Is A Dancer (1992)
Anni Novanta = Eurodance. E questo è stato uno dei primi grandi successi di massa.
https://www.youtube.com/watch?v=StlMdNcvCJo
Snow – Informer (1993)
Un canadese bianco e nerd che gioca a fare il reggae. Gli ingredienti per la trashata c’erano tutti ma, a conferma che in alcuni casi i commenti di YouTube nascondono la verità assoluta, un utente ha descritto bene la canzone: “This is better than 90% of the stuff I hear on the radio”
Blur – Girls & Boys (1994)
È nella compilation del 1994, ma la ascoltate già tutti a prescindere, giusto?
The Cranberries – Zombie (1995)
Vedi sopra.
Ke – Strange World (1996)
Se ritenete inspiegabile il successo in Italia di Asaf Avidan, sappiate che non è l’unica volta che l’ascoltatore è uscito pazzo per un uomo con la voce da usignolo. Anzi, con “Strange World” ne uscì ancora più pazzo.
Articolo 31 – Tranqui Funky (1996)
Lo sapete perché mi piange il cuore a vedere il J-Ax di questi anni? Perché ascolto brani come questo e mi incazzo, semplice.
Ricky Martin – Maria (1997)
Se è da vent’anni che ci fracassano le balle con la musica latina è anche colpa sua. La cosa positiva è una: che il genere non si è mai evoluto e questa canzone suona fresca ancora oggi.
Anouk – Nobody’s Wife (1998)
Dai, non nascondetevi, a distanza di vent’anni volete ancora bene a questa moglie di nessuno dal passato tormentato. Vero?
Propellerheads feat. Shirley Bassey – History Repeating (1998)
Qua siamo nei territori di band incomprese e inspiegabilmente sottovalutate: un disco e un EP per quella che è una delle band più sottovalutate di tutti gli anni Novanta e questo è, di fatto, l’unico loro singolo capace di ottenere le luci della ribalta.
Mr Oizo – Flat Beat (1999)
LA STORIA, al punto che molti vanno alle serate di Mr Oizo solo per sentire sto pezzo.
Skunk Anansie – Secretly (1999)
Uno dei successi più inspiegabili del mercato nazionale, uno dei singoli più riusciti del loro catalogo.
BONUS TRACK: Bomfunk MC’s – Freestyler (1999)
Questa canzone in realtà non è in nessuna compilation ufficiale del Festivalbar, ma pur essendo uscita nella coda del 1999 nel 2000 la si ballava tutti. E, in redazione, vanta una fanbase clamorosa. L’unico sussulto di successo della breakbeat in Italia, tuttora inspiegabile.