Dopo una lunga esperienza professionale come membro della Piccola Bottega Baltazar, Giorgio Gobbo pubblica il suo primo disco solista intitolato “Nettare Dell’Estate”, un album che, come affermato dallo stesso artista in questa intervista, è nato dopo una sua immersione nella natura. “Nettare Dell’Estate” è promosso con un tour, Pellegrinaggio Musicale, che ha portato i brani del disco in un contesto non convenzionale per un concerto.
Perché la scelta di intraprendere la carriera solista dopo un così lungo tempo con la Piccola Bottega Baltazar?
Creare in gruppo è bello perché ti porta al confronto con gli altri, ma a volte il processo di mediazione tra diverse idee può risultare farraginoso e portare a scelte poco spontanee. Dopo tanti anni in cui ho messo il mio lavoro al servizio di un collettivo volevo provare a viaggiare da solo. All’inizio mi è sembrato po’ triste, ma ci si muove più leggeri e lungo la via si fanno nuove conoscenze, si aprono nuovi panorami.
Come sono nati i tredici brani che compongono “Nettare Dell’Estate”?
Camminando, trascorrendo giornate in mezzo ai boschi e alle montagne, facendo quello che ad alcuni potrebbe apparire un modo non utile di impiegare il tempo. Ho avuto bisogno di silenzio e di pace e istintivamente mi sono rivolto agli angoli di natura che ancora resistono non lontano dalle nostre città. Negli ultimi anni ho organizzato diverse escursioni per colli e montagne, sia da solo che in compagnia. Le canzoni che ho inciso in questo mio album sono le melodie e le parole che si sono fatte un nido dentro me durante queste lunghe camminate.
Il tuo è un disco che risente molto del contatto con la natura. Nella lavorazione ti sei per caso immerso in lunghi momenti solitari immerso in essa?
Quando è iniziato il lavoro di realizzazione dell’album purtroppo ho avuto meno occasioni per stare nella Natura. Insieme a Carlo Carcano che ha curato la produzione artistica del disco abbiamo però deciso di sperimentare un metodo di registrazione che potesse catturare la “naturalità” di canzoni eseguite con la sola chitarra ad accompagnare il canto. Molti brani sono stati incisi in un’unica ripresa, come si faceva all’epoca d’oro del folk. E’ un metodo rischioso perché non consente di correggere le imperfezioni ma ha il pregio di trasferire su disco un documento senza artifici, una fotografia sonora senza ritocchi, genuina.
Nelle registrazioni di “Nettare Dell’Estate” hai lavorato con molti collaboratori. Hanno dato il loro contributo a questa tua opera solista?
Ho selezionato con cura le persone da coinvolgere in questo progetto, scegliendole per le loro caratteristiche umane e professionali. Ora che il lavoro è finito sono molto soddisfatto di come ciascun musicista ha saputo fondere la sua bravura con le atmosfere pastorali suggerite dalla chitarra acustica e dal canto, che sono le colonne portanti musicali di questo lavoro. Un contributo importante è stato dato anche dal fonico Max Trisotto che ha curato le sessioni di registrazione e il missaggio; per ottenere il sound che avevo in mente è perfino riuscito a procurarmi delle rare chitarre acustiche degli anni 50 e 60.
Sei a ridosso del termine del tuo tour Pellegrinaggio Musicale, sette concerti all’aperto. Come mai questo concept e come è stata la risposta del pubblico a riguardo?
Mi era capitato spesso di trovarmi in un luogo all’aperto e di pensare “Mi piacerebbe cantare qui.” E’ nata così l’idea di una serie di esibizioni estemporanee aperte al pubblico ma che sono soprattutto la maniera con cui ho voluto restiture ai “luoghi” il dono dell’ispirazione che mi avevano dato. Il pubblico ha colto la suggestione e si è incuriosito, molti hanno preparato lo zaino e mi hanno raggiunto. Mi sono reso conto di aver proposto un’iniziativa che non si rivolge ad un pubblico pigro, distratto o poco curioso perché ho incontrato durante questo vagabondaggio musicale molte persone interessanti. Chi non è potuto esserci potrà approfittare di qualche altra occasione: sono tentato di proporre qualche altra tappa per l’estate.
A questo tour ne seguirà uno “convenzionale” nei festival estivi o in autunno nei club?
Attaccherò la spina agli amplificatori per concerti nei festival estivi dove sarò accompagnato da Gianluca Segato alla lap steel guitar, il calendario degli eventi è disponibile sul sito www.giorgiogobbo.it
Continuerai con la Piccola Bottega Baltazar o da ora in avanti ti esibirai solo da solista?
La band ha rappresentato un sogno, quello di creare un laboratorio artistico in cui mettere a profitto diverse sensibilità e competenze, senza un capo ma mettendosi ciascuno a servizio degli altri. Un pensiero dunque quasi sovversivo rispetto all’individualismo imperante ai nostri giorni. Quindi si: la Bottega è sempre viva, quanto meno nel mondo delle idee. E sono certo che non mancheranno occasioni per tornare ad incrociare gli strumenti.