Core Festival 2019, il racconto della prima giornata

In molti si sono chiesti, in queste settimane, dove sarebbe dovuto arrivare Core Festival, la creatura che ha ereditato location e logistica di Home Festival che, dal 2019, traslocherà al Parco San Giuliano di Venezia. Dopo la prima giornata le idee si sono fatte più chiare: Core è un ritorno alle origini di Home Festival, nel mood delle primissime edizioni ad ingresso gratuito, ma con una lineup che presenta artisti di spessore a livello nazionale. Con dei risvolti negativi dal punto di vista delle affluenze (nulla di non preventivato, ovviamente), ma che fa guadagnare in vivibilità e in relax il vivere l’esperienza del festival.

Un festival che nella sua prima giornata ha presentato come headliner Calcutta, che come molti artisti in cartellone apre con Treviso il suo tour estivo. Lanciato da un biennio da protagonista, e accompagnato da una band di supporto ampia (tra cui un coro di quattro elementi), il cantautore laziale ha proposto in questo contesto il suo ultimo singolo “Sorriso (Milano Dateo)”, pubblicato poche ore prima, insieme ad altri estratti da “Evergreen” e “Mainstream”. Un concerto che di fatto consolida il ruolo nel panorama pop nazionale del trentenne di Frosinone.

Ma non c’è solo Calcutta nella prima giornata di Core Festival. Anzi, i migliori episodi del venerdì arrivano tutti dagli altri artisti che hanno calcato i tre palchi, numero che è quella cosa che è forse la novità più gradita di Core Festival rispetto ad Home. I Pinguini Tattici Nucleari, ormai lanciati verso l’ampio successo al di fuori del recinto dell’indie, sono attualmente in tour per promuovere il primo disco per major “Fuori Dall’Hype” e un contesto come il main stage di Core Festival è ottima vetrina per la loro musica che va oltre al pop, esplorando in alcuni spunti anche il rock dai toni più tecnici. Una band forte di un repertorio vecchio (“Tetris”, “Irene”) e più recente (la title track, “Sashimi”) che ha le carte in regola per arrivare in alto già nei prossimi mesi. Non da meno, sempre nel main stage, il concerto de La Scimmia, band di Treviso che in questo contesto propone un concerto più hard rock rispetto ai brani in studio, e Bruno Belissimo, che torna nell’area Ex Dogana ad un anno di distanza dal suo ultimo concerto con uno show a due, con batterista live, nel quale il produttore italo-canadese porta il pubblico in un viaggio nella musica elettronica dal retrogusto Eighties.

Concerti di alto livello anche negli altri due palchi, il Sun 68 Circus Stage e l’open air sponsorizzato Harley Davidson. E se non passa inosservato il concerto di Myss Keta, ormai anche lei proiettata verso il grande pubblico, i vincitori sono Ghemon, il rapper/cantautore che a Core presenta uno show più suonato rispetto ad altri suoi colleghi, e l’energia senza freni di Auroro Borealo, vincitore morale della serata. Spazio infine all’indie, con Postino che riesce a radunare davanti a sé un pubblico numeroso già alle 18, e a I Miei Migliori Complimenti e Costiera.

Core Festival proseguirà oggi con Salmo ed Achille Lauro tra gli artisti principali.

Photo credit: Natascia Torres – Core Festival