Core Festival 2019, il racconto della seconda giornata

La seconda giornata di Core Festival è quella che ha decretato in maniera definitiva l’ingresso dell’hip hop nelle case degli italiani. Una sorta di ultimo avviso per coloro che hanno vissuto gli ultimi due anni all’estero, dove il genere è da anni istituzionalizzato, o sulla Luna, ma dopo il Day 2 della rassegna trevigiana ogni dubbio viene spazzato via con un battito di ciglia.

E tra i fautori del successo di questo genere nel nostro Paese c’è Salmo, che ha onore e onere di chiudere il main stage del sabato. Il membro di spicco della Machete Crew è il soggetto di questa nuova ondata che più merita il calore del pubblico ottenuto: una persona che nella sua lunghissima gavetta ha dimostrato di avere, oltre ad un talento fuori dal comune nelle rime, anche una visione della sua musica più ampia dei suoi colleghi. Salmo è hip hop ma anche punk e metal e dei valori di fratellanza e rispetto di queste famiglie ne ha fatto dei portabandiera da trasmettere anche ad un pubblico non avezzo a quel genere. E lo si capisce quando a metà concerto interrompe il wall of death per accertarsi che nessuno dei fan si fosse fatto male.

Parlando del concerto, non è facile prevedere cosa porterà Salmo in giro per l’Italia la prossima estate. Quello del Core Festival è un concerto costruito per l’occasione, con una produzione più essenziale ma che non perde i punti di forza degli show nei palasport, che possono essere riassunti in quella live band che è la vera marcia in più dei suoi concerti. Non mancano i brani di “Playlist”, come la hit “90 min” o i featuring di “Stai Zitto” (Fabri Fibra), “Il Cielo Nella Stanza” (Nstasia) e “Cabriolet” (Sfera Ebbasta), ma neanche i brani del passato come una “Russell Crowe” riarrangiata in chiave metal o il blues di “1984”. Di sicuro del concerto di Treviso verrà ricordata una collaborazione live, quella “Killer Game” incisa insieme a Gemitaiz e Madman e con i quali condividerà il palco durante un encore nel quale sarà DJ Slait a fare la parte del leone. Un’esibizione che trasporta Salmo nella stratosfera del genere e, perché no, della musica pop nazionale.

Due autentiche sorprese inoltre da Gemitaiz e Achille Lauro. Il primo , pur facendo delle battute sulla sua età di poco superiore ai trent’anni, mette in mostra il talento tipico di chi ha fatto anni di gavetta e non si è trovato teletrasportato nei grandi palchi grazie a Spotify o le visualizzazioni su YouTube. Il suo concerto arriva dopo un silenzio dai live durato sei mesi (“non mi è mai capitato in carriera”, ha affermato), pausa che gli ha permesso di raccogliere energie per un tour relativamente breve ma ricco di grandi eventi, come Lucca Summer Festival e Rock In Roma. Treviso è anche l’occasione per l’artista capitolino di proporre per la prima volta dal vivo “Veleno 7” il fortunato primo singolo inciso con Madman, anche lui protagonista sul palco di Core Festival.

Grande sorpresa dal fronte Achille Lauro, anche lui come Salmo musicista dallo spettro musicale più ampio della media dei suoi colleghi. Look eccentrico (si presenterà vestito da cowboy) e sano provocatore (mostrerà le mutande parlando della libertà e dell’anno 1969), Lauro vuole urlare al pubblico che un brano come “Rolls Royce” non è arrivato per puro caso ma è frutto di un percorso artistico personale che lo ha portato a mutare a sua immagine un genere come la trap. Anche lui si presenta sul palco con una vera live band e, anche grazie a ciò, il concerto guadagna molti punti dal punto di vista del coinvolgimento dei fan, pochi di vecchia data e tanti accorsi sotto il Circus Stage dopo la sua apparizione a Sanremo.

Il resto della giornata è suddiviso tra la certezza dei Rumatera, di fatto band resident della rassegna, e la sorpresa dei Sxrrxwland, uno dei pochi nomi veramente innovativi nella trap nazionale, e di Luché, artista che arriva ai grandi palchi anche lui dopo una lunga gavetta. Per il resto, tanti gruppi di giovani dalla consistenza di una carta velina che confermano una cosa: il fatto che Bello Figo è e rimarrà l’ispiratore di un’intera generazione di (presunti tali) musicisti.

Core Festival terminerà oggi con i concerti, tra i tanti, di Articolo 31, Maneskin ed Emis Killa.