Non saranno il nome di punta del trip hop britannico (i Massive Attack, dal punto di vista della fama, li surclassano), ma i Lamb in concerto sono comunque un’esperienza da vivere: il loro show è un alternarsi di atmosfere eteree e parti elettroniche pesanti molto vicine alla drum n’ bass, con Lou Rhodes ad unire le due nature, quasi contrapposte, del combo di Manchester. A Roncade il duo inglese fa tappa per presentare il nuovo disco “5“, uscito la scorsa estate, secondo dei tre appuntamenti programmati in Italia.
Missione riuscita. Il duo, che per l’occasione si presenterà come quartetto grazie all’affiancamento di due turnisti, stupisce tutti dimostrando che i brani della più recente release non sfigurano nel confronto con il resto della discografia. La scelta coraggiosa è stata quella di saccheggiare letteralmente “5”, rappresentato in setlist da ben otto estratti, lasciando l’altra metà della scaletta alla prima fase del progetto, a cavallo tra Secondo e Terzo Millennio. Un repertorio omogeneo, senza alcun calo di tono, con un inizio e un finale molto pesante (con la lunghissima “Trans Fatty Acid” a chiudere il concerto) e una parte centrale eterea e ambient, con molti richiami alla musica di Bjork. Questo anche grazie alla figura di Lou Rhodes: incantevole, eterea e di una classe superiore (anche solo nel sorseggiare del the tra una canzone e l’altra), dal talento vocale indiscutibile e capace di destreggiarsi anche nel ruolo di chitarrista e percussionista. A Andy Barlow invece il ruolo di animale da palcoscenico: che sia dietro ai suoi sintetizzatori o alle percussioni, il polistrumentista/produttore è l’unico ad incitare in maniera energica il pubblico numeroso (per essere un lunedì sera) accorso al club. A conferma delle due nature della band di Manchester..
Sarà difficile vederli eguagliare l’exploit commerciale di singoli come “Gorecki” e “Gabriel“, entrambi inseriti in scaletta, ma i Lamb restano un nome importante che gli appassionati dell’elettronica più lenta ed atmosferica non possono perdere. Per chi li conosceva poco, come il sottoscritto, una gran sorpresa; per i fan, la conferma che i cinque lunghi anni di pausa non hanno scalfito il talento e il carisma di un combo di alta qualità.
Setlist Lamb: Another Language, Little Things, Butterfly Effect, Gabriel, Existential Itch, Strong The Root, Rounds, She Walks, Alien, God Bless, Wise Enough, Build a Fire, Gorecki, What Sound, B-Line, Trans Fatty Acid
Nicola Lucchetta
Ci sono una serie di inesattezze:
il contrabbassista non è un “turnista”, è Jon Thorne che suona con loro fin dal primo album.
Non hanno chiuso con Trans Fatty Acid, ma con Cotton Wool.
La pausa non è stata di 5 ma di 8 anni (Between darkness and wonder, l’ultimo album in studio era del 2003).