Gran ritorno per i Danko Jones: reduci dalla pubblicazione di ben due lavori nel 2012 (l’album Rock And Roll Is Black And Blue e il dvd antologico Bring On The Mountain), sono passati in Italia ad inizio maggio per due attese dal vivo. Poche ore prima del loro concerto da headliner al Maximum Festival di Zero Branco (TV), abbiamo avuto l’occasione di fare due chiacchiere con il frontman Danko Jones sulle ultime fatiche, tra le quali spicca anche la presenza di un loro brano nel trailer dell’atteso film Kick Ass 2, in arrivo nelle sale tra poche settimane.
Puoi parlarmi della registrazione dell’ultimo disco Rock And Roll Is Black And Blue e sul significato del titolo?
Black And Blue in Nordamerica significa essere malmenati al punto di avere la faccia colorata di blu e nero. E’ un modo come un altro per dire che la musica rock and roll, al giorno d’oggi, non è considerata come meriterebbe. Il disco abbiamo iniziato a scriverlo nel 2011 ed ha richiesto delle sessioni di registrazione più lunghe del previsto perché il nostro batterista Adam Willard risiede a Los Angeles, quindi potevamo provare insieme una settimana al mese. Dopo circa dieci mesi, siamo entrati in studio ad aprile 2012 e abbiamo lavorato per circa un mese, registrando un totale di circa sedici canzoni. Il tour lo abbiamo iniziato da un pezzo, siamo stati in Europa già ad ottobre e novembre, e sta andando veramente bene. Abbiamo fatto anche una serie di concerti in Nordamerica con i Volbeat.. è stato bellissimo.
E’ il vostro primo lavoro con Adam Willard alla batteria.. ha collaborato nella stesura dei pezzi? E credi di aver finalmente trovato il batterista giusto?
Sì, non si è limitato a seguire senza fiatare le idee mie e di John (Calabrese, bassista ndr). Ed è una cosa inevitabile, perché quando trovi tre persone in una stanza a provare è naturale che le proposte arrivino da tutti. Lo so, abbiamo cambiato ben sei batteristi dall’inizio della carriera, ma sicuramente ti posso dire che non abbiamo in programma di cambiarlo alla fine del tour! Siamo in giro ormai da diciassette anni e, anche se abbiamo cambiato diverse persone in quel ruolo nel corso della nostra carriera, non credo sia una cosa strana rispetto alla media. Tieni conto, tanto per farti un esempio, che i due precedenti batteristi sono rimasti in lineup per cinque anni a testa.
Dopo diciassette anni di carriera, qual è il migliore e peggiore momento della tua vita da musicista?
Guarda, diciassette anni sono tantissimi e, se devo essere sincero, sarebbe impossibile riassumerli in un unico momento. Abbiamo fatto grandissimi tour in passato, come ad esempio quando suonammo con Motorhead, Guns N Roses, Nickelback, Turbonegro, The (International) Noise Conspiracy. Potrei elencarti svariati momenti da ricordare di tutti questi tour, positivi e anche negativi.
Nel 2012 avete anche pubblicato il vostro primo dvd Bring On The Mountain. Mi puoi raccontare la genesi dell’opera e di come sei entrato in contatto con i Diamond Brothers, coloro che hanno prodotto il lavoro?
I Diamond Brothers sono in realtà la costola di una band con la quale abbiamo suonato più volte in passato. Eravamo a conoscenza che il loro lavoro principale era quello di montaggio audio e video di materiale che poi sarebbe stato trasmesso in importanti emittenti televisive come, ad esempio, MTV, e proprio grazie a loro, che hanno deciso più volte di mettere nostri brani in degli spot pubblicitari o in presentazioni di trasmissioni, abbiamo avuto l’occasione di trovare spazio in televisione. Quando rendemmo noto, tramite il nostro sito ufficiale, che stavamo lavorando al nostro primo dvd biografico, sono stati loro ad offrirsi volontari per la lavorazione tecnica del tutto. Abbiamo accettato la loro proposta e, nelle settimane successive, ci siamo rinchiusi in uno studio per registrare tutte le parti che poi sarebbero diventate il documentario sulla storia della nostra band. Con loro abbiamo collaborato anche in altre occasioni: in totale abbiamo registrato cinque video con i Diamond Brothers in regia. Il lavoro che sta dietro a Bring On The Mountain è un riassunto di tutto quel materiale registrato dal vivo, dietro le quinte e nella vita privata durante i nostri tour, cosa che abbiamo fatto sin dagli esordi. Il nostro unico impegno, oltre alle interviste, è stato quello di dare loro tutto il nostro archivio: hanno preso e montato tutto assieme alle varie interviste, ottenendo un ottimo risultato finale.
Cosa mi racconti della tua carriera di giornalista?
Devo essere sincero? Non ho molto da dire e credo che non sia giusto mettermi addosso un’etichetta come questa. Ho una pagina nell’Huffington Post canadese e in passato ho scritto qualcosa per delle riviste, certo, ma non ho mai dato al tutto un approccio professionale: nel caso dell’Huffington Post, ad esempio, il mio spazio è un blog nel quale scrivo degli editoriali su svariati argomenti, anche al di fuori della musica. Mi è capitato qualche volta in passato di fare delle recensioni e anche delle interviste ma, se devo essere sincero, non è un lavoro nel quale mi sento a mio agio.
Siete stati inseriti nella colonna sonora del film Kick Ass 2 con il brano Dance. Come è nata questa esperienza? E con l’occasione hai trovato uno spazio come attore, magari per un breve cameo?
Molto semplice: l’inserimento di Dance nel recente trailer è un lavoro che ha fatto il nostro management, non siamo stati coinvolti direttamente nella trattativa. La cosa curiosa è che questo brano fa parte di We Sweat Blood, un disco che abbiamo pubblicato dieci anni fa. Abbiamo la fortuna di avere alcune persone nel nostro team che seguono a tempo pieno tutte queste cose, le quali sono entrate in contatto con i produttori di Kick Ass 2, cosa già fatta altre volte in passato in svariate produzioni televisive come, ad esempio, True Blood. Non avrò un cameo anche perché mi ci vedo come attore, ad essere sincero: il mio ruolo è quello di musicista e lo scopo quello di scrivere belle canzoni che possano piacere al pubblico.