Queensryche, intervista con Geoff Tate

queensryche 2011 intervista

A due anni dal loro ultimo album, American Soldier, i Queensryche tornano nei negozi con Dedicated To Chaos, il loro nuovo cd che è anche il debutto per Loud And Proud / Roadrunner Records. Abbiamo colto l’occasione per fare una chiacchierata telefonica con il frontman Geoff Tate. “Descrivere la musica dei Queensryche dopo trent’anni di carriera? Non saprei dirtelo, soprattutto perché vedo la nostra carriera come un lungo viaggio personale. Ai tempi dell’EP omonimo e di The Warning eravamo una heavy metal band nel vero senso della parola. Poi con i dischi successivi abbiamo contaminato il nostro sound con influenze rock e progressive, arrivando a dischi come Operation Mindcrime e Promised Land, e pop più sofisticato, come alcuni episodi presenti su Empire. Attualmente la domanda non è proprio la più facile alla quale dare una risposta: noi stessi non sappiamo come definire i nostri nuovi lavori e molto spesso i nostri fan, soprattutto quelli che ci seguono dall’inizio, si trovano spaesati di fronte ad un nostro nuovo lavoro“.

Impressione che abbiamo colto già da subito e che spiega brevemente Dedicated To Chaos: un capitolo che spiazza, ma che resta comunque coerente nel grande puzzle chiamato Queensryche. “Il nostro ultimo lavoro, come molti degli altri che abbiamo fatto in passato, risente di tutte le influenze e gli ascolti che abbiamo assimilato nel corso degli anni. Come saprai, è il primo disco che abbiamo registrato per Loud And Proud / Roadrunner Records. I primi brani sono nati già nelle settimane successive alla pubblicazione di American Soldier e penso che sia diverso rispetto a quanto fatto in precedenza: rock, ma con alcune influenze ballabili. La promozione la inizieremo già dalle prossime settimane: non abbiamo ancora fissato la scaletta ma, vista la ricorrenza del trentesimo anniversario, non escludiamo l’ipotesi di fare un vero e proprio best of della nostra carriera, con una scenografia che dovrebbe ripercorrere tutte le tappe più importanti della nostra storia. Al momento non abbiamo fissato date in Italia, forse torneremo tra la fine dell’anno e i primi mesi del 2012“.

In Europa le tappe più importanti saranno in Regno Unito, dove saranno gli ospiti speciali dei Judas Priest. “Gli inglesi sono un monumento della musica hard and heavy internazionale ed è motivo di orgoglio essere stati scelti come band di apertura per alcune loro date. Soprattutto se hai un disco nuovo in promozione. Il pubblico sarà leggermente diverso, e molto probabilmente conoscerà bene i nostri lavori del passato: avremo a disposizione un’ora, e non credo che la nostra scaletta verrà organizzata diversamente rispetto alle altre date, magari virando su materiale più pesante“.

Il punto di forza dei Queensryche è anche la lineup che ha subito poche sostituzioni nel corso della lunga carriera: “La forza della nostra lineup è di essere sempre la stessa da lungo tempo, escludendo l’abbandono di Chris De Garmo alla chitarra dopo 15 anni di collaborazione. Come band non ci siamo imposti alcun vincolo negli ascolti e nelle frequentazioni: non facciamo come molte band, che suonano con gli stessi musicisti per anni e anni. Questo credo sia l’ingrediente fondamentale della durata della nostra band e di buona parte della formazione: collaborare anche con altri musicisti, come ho fatto io alcuni anni fa, pubblicando il mio primo disco solista“.

E come fai per mantenere in uno stato di forma una voce che, a distanza di trent’anni, è ancora una delle più belle del panorama hard and heavy? “La mia fortuna è quella di essermi applicato fin da quando ero giovane: esercizi ne faccio moltissimi ancora oggi, e l’allenamento canoro è parte integrante della mia giornata. Queste sono due delle cose che mi hanno permesso di non avere subito danni alle corde vocali, come invece è successo a molti miei colleghi. Anche l’alimentazione corretta e un costante esercizio fisico mi hanno aiutato: sono piccole cose, ma devono essere fatte regolarmente e sgarrando il meno possibile, soprattutto se fare il cantante è il tuo lavoro“.

Nicola Lucchetta

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