Queensryche – Dedicated To Chaos

recensione queensryche dedicated to chaos

Il più grande errore che si può fare parlando di ogni nuova pubblicazione dei Queensrÿche è ricordarsi del decennio 84-94, periodo in cui erano indubbiamente tra le più grandi heavy metal band di sempre. Da “Promised Land” (1994) in poi però qualche tonfo (Hear In The Now Frontier) e una serie di album altalenanti, che hanno seriamente danneggiato la credibilità del combo. Con Dedicated To Chaos il gruppo statunitense continua con coerenza il suo percorso personale di musica, pubblicando quello che è il miglior capitolo da Promised Land (escluso) in avanti. E si parla di 17 anni di carriera, praticamente più del 50%…

In Dedicated To Chaos i Queensryche confermano che il metal lo hanno abbandonato da tempo: adesso la band è  un rock act caratterizzato da composizioni curate e contaminate. Alle aperture melodiche di Get Started (ritornello che entra in testa praticamente da subito), i Nostri confermano che, oltre alla voce di Tate, il vero motore è la sezione ritmica Jackson/Rockenfield: Got It Bad, Higher e Wot We Do, piazzate una di fianco all’altra, con le loro sonorità vicine al funk, ne sono gli esempi più eclatanti. Spazio anche alla critica sociale con Retail Therapy, traccia piazzata nella parte finale del disco che critica la società del consumo ad ogni costo. I filler ci sono e alcuni sono pesanti: Around The World è un brano confusionario mentre Drive decolla solo nel ritornello. Complessivamente il lavoro regge e si conferma vario e ricco di sfaccettature. Senza scomodi paragoni con un passato che non tornerà più, i Queensryche sembrano risollevarsi. Lontani dai fasti di un tempo, ma ancora lucidi e dotati di classe inimitabile.

Nicola Lucchetta

Leave a comment

Your email address will not be published. Required fields are marked *