Dente – Io tra di Noi

dente io tra di noi recensione

Tra musica e poesia per il giovane cantautore italiano. “Io tra di noi” è il nuovo album di Dente, al secolo Giuseppe Paveri. Si tratta del quinto lavoro in studio per l’artista e ne celebra la decisa maturazione sotto tutti i punti di vista. Perché se da un lato va a confermare le doti narrative dell’autore, dall’altro mostra un netto balzo in avanti nella scelta delle sonorità.

Dente scrive testi che parlano d’amore, quel sentimento dal sapore agrodolce che si manifesta in contesti di vita quotidiana. Sono racconti in prima persona che raffigurano immagini semplici attraverso giochi di parole e delicate soluzioni sinfoniche. Quella nuova ricercatezza strumentale che ha arricchito notevolmente il prodotto rispetto ai dischi precedenti. La qualità degli arrangiamenti è anche frutto di una decisiva collaborazione con un produttore artistico che ha saputo guidare, a tu per tu col cantante, la realizzazione dell’album.

Una track-list che avanza in punta di piedi con versi che alternano romanticismo e ironia, mostrando tutta l’abilità e, soprattutto, la profondità compositiva e lessicale dell’autore. L’album è spesso intimo e malinconico, in particolare nell’ascolto di quelle tracce come “Due volte niente” e “Cuore di pietra” in cui c’è la sola chitarra acustica a fargli compagnia. Ogni parola allude a una figura femminile, sempre più lontana. Due rette parallele che sono destinate a non incontrarsi, “Io sono il lungo inverno e tu la bella estate”. Un’amara consapevolezza che fa contrasto col finale quasi in stile “Carnevale di Rio”. Un risultato efficace, per nulla incoerente, che conferma l’originalità dell’artista nell’interpretare spaccati di vita e forme sentimentali che in altre realtà risulterebbero scontate e prevedibili.

Riccardo Rapezzi

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