Per fortuna è arrivato il concerto dei Morbid Angel a risollevare di brutto una serata altrimenti deludente al New Age di Roncade: affluenza ridicola (rispetto all’ultima calata veneta, nella vicina Conegliano tre anni fa) e band di supporto tutto fuorché esaltanti. Se ci si fermasse alle due cose dette poco fa, parlare di flop non sarebbe stato fuori luogo.
A Dave Vincent e soci bastano quattro colpi ben assestati per raddrizzare la serata sonnecchiante: dite quello che volete, ma piazzare ad inizio concerto capisaldi della loro discografia come “Immortal Rites“, “Fall From Grace“, “Rapture” e “Day Of Suffering” è cosa che ha fatto strizzare gli occhi a tutti i presenti. Un inizio che farebbe pensare che gli statunitensi vogliano assecondare le opinioni negative dei fan nei confronti di “Illud Divinum Insanus“: sensazione confermata poi a fine serata, visto che dall’ultima fatica gli estratti sono ridotti al lumicino. La scaletta infatti è un vero e proprio best of focalizzato, escludendo i brani del più recente album, in maniera praticamente esclusiva sulla prima parte dell’era Vincent; l’eccezione che conferma la regola è “Bil Ur Sag“, unico estratto del periodo con Steve Tucker alla voce pescato da “Formulas Fatal to the Flesh”.
Sulla band niente da dire: partendo dai “personaggi secondari”, il norvegese Destructhor è ormai pienamente integrato nel combo e lo statunitense Tim Yeung (famoso per essere uno dei più veloci batteristi della scena death metal) si è confermato la scelta migliore per sostituire Pete Sandoval, recentemente operato alla schiena, dal punto di vista tecnico. Gli altri due invece sono famosi per non essere dei grandissimi mostri di simpatia: Trey Azagthoth praticamente non parla per tutto lo show, mentre Dave Vincent inframezza i brani con dei discorsi banalotti. Insieme, però, il quartetto conferma di essere la più grande death metal band vivente: aiutati da ottimi suoni sporcati il giusto, sono precisi, chirurgici e di una malvagità come pochi combo nel genere in circolazione. Unico appunto sul silenzioso Azagthoth: il suo stile acido a livello stilistico è sempre sopra le righe, ma ci è sembrato più in palla in altre serate.
Affluenza vergognosa per la prima data italiana dei Morbid Angel in occasione della promozione del nuovo “Illud Divinum Insanus“, da parte di un pubblico che si lamenta sempre di band, location, prezzi e tutto quanto possibile, ma che risponde malissimo di fronte a un act che è ancora il numero uno del genere; al momento non è facile trovare un nome che possa spostarli da uno status diventato oramai intoccabile.
Setlist Morbid Angel: Immortal Rites, Fall From Grace, Rapture, Day of Suffering, Blasphemy, Maze of Torment, Existo Vulgoré, Nevermore, Angel of Disease, Lord of All Fevers and Plague, Where the Slime Live, Blood on My Hands, Bil Ur-Sag, God of Emptiness, World of Shit (The Promised Land), Sworn to the Black, Chapel of Ghouls
Nicola Lucchetta
Non sono d’accordo sul fatto che le band precedenti fossero tutto fuorchè esaltanti, posso capire che l’affluenza (anzi , la nON affluenza) di pubblico ammosci l’impressione, ma a me I Benighted sono piaciuti e i Necrophobic sono stati sfortunati per quel problema alla batteria, ma non direi che non fossero delle support band di qualità, piuttosto il pubblico scarso da biasimare, quello sì..però diciamo anche, a onor del vero, che non è stata proprio una serata “economica”, biglietto CARO, e in più la necessità di avere la tessera del circolo Arci.Ora , non so la data di Milano che affluenza abbia avuto, ma non era un concerto alla portata di tutti (da un punto di vista economico) , diciamocelo!! Comunque io m son divertito parecchio…