Lostprophets Weapons

lostprophets weapons

Saranno poco conosciuti in Italia, ma in Regno Unito i Lostprophets sono uno dei gruppi di punta dell’ondata alternative: in un mercato che naviga in acque totalmente diverse rispetto a quelle tricolori, l’uscita di “Weapons” era destinata d’ufficio ad essere tra le più attese dell’anno. E i gallesi falliscono di brutto la preziosa occasione: il nuovo lavoro dei britannici non è brutto, ma puzza di anonimo e già sentito lontano un miglio.

Un disco marchetta, si potrebbe dire: i Nostri confezionano un prodotto perfetto dal punto di vista della forma, ma con ben poca sostanza all’interno. L’inizio non è dei migliori: “Bring Em Down” è un pezzo di apertura fulmineo e il singolo di lancio, ma che lascia un po’ l’amaro in bocca, soprattutto se a seguire troviamo una “We Bring An Arsenal” dall’intro che è tra le cose più brutte che si siano sentite in questi primi mesi del 2012. Il resto del lavoro segue le direttive segnate delle due tracce iniziali: tanto mestiere, diversi spunti degni di nota e qualche scivolone clamoroso, come tutta la parte finale che può essere definita un unico filler.

“Weapons” è tutto fuorché un buon lavoro: vengono infatti spazzate via, in una manciata di minuti, tutte le positive aspettative nate dal precedente, e nettamente migliore, “The Betrayed“. Saranno dei campioni on stage, ma in studio il crollo è stato così verticale che un palese tributo a quel nu metal che fu su “Better Off Dead” risulta, nella conta finale, il miglior brano del lotto.

Nicola Lucchetta

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