Sono ormai arrivati al traguardo del secondo album i Destine, pop punk band olandese con già in tasca un contratto con Sony Music in patria e una distribuzione europea seguita dalla Rude Recorz. “Illuminate” è un lavoro “più fresco e ricercato” rispetto alla media e un grande aiuto è arrivato da David Bendeth, produttore che lavorò con i Paramore nell’album del botto “Riot!”. Abbiamo approfittato dell’occasione per fare un veloce botta e risposta con la band.
Siete un nome poco conosciuto in Italia. Puoi descrivermi in poche righe la storia dei Destine?
Tutti i membri, in precedenza, suonavano in varie band punk rock dei Paesi Bassi. Solo nel 2006 ci siamo uniti per iniziare il progetto Destine. Abbiamo suonato più show possibili in Europa e fatto di tutto per registrare il nostro primo lavoro negli USA con il nostro produttore preferito, James Paul Wisner (Paramore, Underoath, Dashboard Confessional). Il lavoro venne pubblicato da Sony Music e, subito dopo, siamo stati in tour con gruppi come Green Day, Fall Out Boy, Paramore. “Illuminate”, il nostro secondo lavoro, è nei negozi dal 30 marzo.
Ci puoi parlare di “Illuminate”?
Anche se non era nostra intenzione fare qualcosa di drasticamente diverso, i nostri fan dicono che il nuovo lavoro è più dinamico e sviluppato; credo però che, in ogni caso, abbiamo fatto di tutto per restare coerenti al nostro stile. Come per il debutto, siamo andati in Florida per le registrazioni e, visto che con James Paul Wisner abbiamo fatto un ottimo lavoro, lo abbiamo confermato come produttore. Siamo contenti del risultato finale e delle reazioni e le recensioni pubblicate finora sono estremamente positive: è sempre bello leggere ottime parole da quei magazine che ritieni importanti.
Cosa mi dici della scena olandese? Ci sono difficoltà nel promuovere la vostra musica?
I Paesi Bassi hanno sempre reagito positivamente alla nostra proposta: abbiamo sempre avuto spazio in radio e nei palchi dei vari festival estivi, tra cui i due più grandi del Paese come Lowlands e Pinkpop. Il nostro pubblico è incredibile. Ci sono molte band dalle nostre parti, ma è un peccato che sia difficile per loro esplodere e farsi conoscere anche da altre parti. E’ per questo che abbiamo colto ogni occasione per suonare all’estero: ricordo due tour europei con i The Blackout e Attack! Attack! e uno in Asia lo scorso anno con i Mayday Parade.
Avete in programma diversi show nei Paesi Bassi. State programmando un più vasto tour europeo per i prossimi mesi?
Faremo diversi concerti nei festival quest’estate, buona parte nei Paesi Bassi ma anche Regno Unito, Francia, Germania e Belgio. Stiamo lavorando su diverse cose ad oggi, non vedo l’ora che si realizzi il progetto di un intero tour europeo, spero il prima possibile.
Nicola Lucchetta