Se c’è un artista del quale non è spesso riconosciuta la sua genialità, questo è Immanuel Casto. Nel giro da ben 14 anni, festeggia nel 2018 questo particolare anniversario con “L’Età del Consenso”, raccolta pubblicata lo scorso 14 settembre e oggetto di questo tour che proprio a Treviso vede la sua ultima tappa.
Dal punto di vista dell’affluenza con questo tour l’artista ha raggiunto l’apice in carriera, collezionando sold out o comunque importante seguito come in questa tappa veneta, a conferma di una crescita lenta ma costante della sua fanbase. Anche il concerto, per chi lo ha già visto in passato, non si discosta dalla collaudata formula batteria-sintetizzatori-corista femminile (con l’ottima Selena nel ruolo che in passato fu ricoperto da Romina Falconi)-ballerine di supporto a supporto di una sequela di hit una più clamorosa dell’altra.
I concerti de “L’età del consenso” sono un vero e proprio best of tour, dove trovano spazio due inediti (“Goodbye Milano” e “Piromane”) e praticamente tutti i brani simbolo della sua carriera. Uno show che alterna spensieratezza ad impegno politico. Una goliardia che emerge nelle numerose battute a doppio senso fatte nel corso della serata, come il fatto che la corista Selena “Merita un applauso per essere arrivata a fine tour senza essere incinta”, il criticare figure artistiche come Povia o introdurre un momento intelligente della serata come “quello nel quale le donne lasciano il palco”, parentesi che si è poi rivelata come quella del monologo del piccione proposto più volte in passato. I brani sono anche però il veicolo per alcune nette posizioni politiche, come quella di parodizzare la vicenda del ragazzo gay convertito all’eterosessualità da Dio o le critiche al bigottismo che emergono in pezzi come “Da grande sarai fr*cio”, “Killer star” o l’ultimo singolo “Piromane” e in buona parte dell’intero repertorio.
Come detto, il tour è quello tipico di supporto ad un best of e nell’ora e mezza trovano spazio molti brani simbolo della sua carriera. E se “25 Escort” a distanza di anni resta ancora un brano di grandissima fattura, non sono da meno canzoni come “Anal beat”, “Tropicanal” o la conclusiva “Deepthroat Revolution”, che chiude lo show con quello che è visto come un inno dopo la guerra. E che mette la parola fine al tour di quello che possiamo considerare come uno degli artisti più sottovalutati del pop tricolore.
Goodbye Milano
Zero Carboidrati
Anal Beat
Sognando Cracovia
Who is Afraid Of Gender
Crash
Alphabet Of Love
Che Bella La Cappella
Escort 25
Io La Do
Killer Star
50 Bocca 100 Amore
Sexual Navigator
Social Queen
Da Grande Sarai Fr*cio
Tropicanal
Discodildo
Piromane
Deepthroat Revolution